In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Is 40,1-5.9-11   Sal 103   Tt 2,11-14;3,4-7   Lc 3,15-16.21-22


Con il battesimo nel Giordano si manifesta il paradigma dell’opera del Signore con noi. Era forse bisognoso di un battesimo di perdono dei peccati? Lui no, ma l’ha ricevuto in quanto agnello che porta il nostro peccato. Gesù non riceve il battesimo perché bisognoso di purificazione, ma per purificare l’uomo e tutta la creazione. Riceve per donare e donarsi. Scende per farci salire con lui. «Gloria a colui che mai è stato bisognoso dei nostri rendimenti di grazie, ma si è fatto bisognoso perché ci ama, e assetato perché ci vuol bene, e ci ha domandato di dare a lui, perché lui potesse dare a noi molto di più» (Sant’Efrem il Siro).