In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Is 53,10-11   Sal 32   Eb 4,14-16   Mc 10,35-45


La richiesta dei discepoli mi ha fatto pensare alla richiesta di mio figlio che ogni tanto mi chiede: «Papà mi metti sulle tue spalle, così sono più alto di tutti?». È una visione ingenua e qui bisogna capire che Gesù non è contrario alla grandezza. Siamo nati per essere grandi, grandissimi, per giungere alla comunione con Dio. Quello che non va è questo: la superiorità a cui i due fratelli aspirano è quella della ciliegina sulla torta. Gesù vuole invece che si aspiri alla vera grandezza. Chi sta sopra tutti è inutile, chi serve è fondamentale. Chi vuole la vera grandezza deve appiccicarsi a Dio, e Dio, nella carne di Cristo, si è fatto servo di tutti, nostra pietra angolare, nostra radice santa.