In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Rm 5,12.15.17-19.20-21   Sal 39   Lc 12,35-38


Nel quinto atto dell’omonima opera, l’Amleto di Shakespeare afferma che «la prontezza è tutto». E forse è questa l’essenza del vangelo di oggi. Un vangelo che ci risveglia dall’illusione che abbiamo un tempo infinito dinanzi per vivere all’altezza di noi stessi, all’altezza del richiamo dell’Amato in noi. No, non abbiamo un tempo infinito, abbiamo solo oggi, abbiamo solo ora. E solo se viviamo pienamente ora la grazia messa a nostra disposizione, riempiremo il tempo con la fragranza dell’Eterno.