In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Rm 3,21-30   Sal 129   Lc 11,47-54


Gesù è ben lungi dall’ideologia del «volemose bene» che fa tutti amici a spese della verità. La carità vera mette radice nel vero. Cristo denuncia perché ama anche questi interlocutori che si celano dietro lo scudo dell’ostilità. Ma è proprio la testimonianza controcorrente che attesta per il Dio vivo e vero. Gli idoli rasserenano, il Dio vero inquieta pur di risanare. Gli idoli anestetizzano, addormentano ed uccidono; il Dio vero ci chiama all’«estasi», a uscire dalla falsità, dalle nostre tombe imbiancate e a entrare nella vera vita.