In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle
quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano
convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a
Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi,
già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero
convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno
trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse
innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma
fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa
esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di
Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Es 2,1-15 Sal 68
Mt 11,20-24
L’incontro con Cristo non è un
privilegio se non nella misura che è una responsabilità. Il male non risiede
nell’ignoranza, ma nell’ostinazione. Chi si ostina a dimorare nel proprio buio
si decide per il proprio male. Questo Vangelo ci ricorda che dobbiamo cooperare
alla nostra salvezza con «timore e tremore». Signore, dona alla mia coscienza
la delicatezza del petalo di un fiore che asseconda il Soffio più leggero e si
ravviva con la goccia più umile della Rugiada celeste.