In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e
gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato.
Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e
riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non
avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in
disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide
una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non
hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Ger 23,1-6 Sal 22
Ef 2,13-18 Mc 6,30-34
È significativo che la commozione
delle viscere di Gesù in questo Vangelo non è legato al pane terreno, ma al
pane della Parola. È un aspetto che ci deve far riflettere. Un pericolo in cui
incorre la prassi cristiana, infatti, è la riduzione sociale. Se c’è un volto
orizzontale della fede, esso non va a scapito di quello verticale. L’attenzione
a quest’ultimo è l’espressione dell’amore integrale che siamo chiamati ad
esercitare verso gli altri. Ridurre l’uomo a una bocca da sfamare è umiliarlo. L’essere
umano è capace di Dio. Ti preghiamo Signore di donarci la commozione delle tue
viscere materne verso la fame di Dio che c’è nel mondo.