In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni
volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno
e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo
la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta
la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è
incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa
della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che
ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della
ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul
terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e
produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Es 20,1-17 Sal
18 Mt 13,18-23
Il seme gettato è lo stesso. È la pienezza di Dio in Cristo.
È la qualità del terreno che cambia. La qualità del terreno, però, non è una
predestinazione fatale. Tu puoi cambiare. Anzi, c’è una parte di terreno buono
che nessun male al mondo potrà intaccare. È l’immagine stessa di Dio impressa
in te. Colui che ti ha creato può sempre ricrearti. E se il seme cade in te,
significa che lui è passato e al suo passaggio stilla l’abbondanza.