Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Es 16,1-5.9-15  Sal 77  Mt 13,1-9

Come la parabola del seminatore, così anche nella nostra vita, sembra che tante cose siano semplicemente casuali, semi che sfuggono dalla mano del «Pantokrator» (Colui che tiene tutto in mano!). Casuale, invece, è solo ciò a cui non vogliamo farci caso. Ogni fatto può diventare evento, momento di incontro, di irradiazione. Il tempo che passa può diventare storia d’amore. Le nostre casualità e coincidenze possono diventare Dio-incidenze. L’importante è essere terreno buono e accogliente della semenza divina.