Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e
disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii
purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’
invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come
testimonianza per loro».
Gen 17,1.9-10.15-22
Sal 127 Mt 8,1-4: Se vuoi, puoi
purificarmi.
Forse la lebbra non è così diffusa come un tempo, ma il
peccato sì. Il peccato è la lebbra dello spirito. Esso impone un isolamento
simile a quello che dovevano autoinfliggersi i lebbrosi distanziandosi da
tutti. Dietro ogni peccato c’è una sfumatura di egoismo e di rifiuto degli
altri e dell’Altro. Mentre, però, la lebbra è un male subìto, il peccato è un
male voluto. Ciò che ci separa dalla guarigione è solo la volontà che non
amando rinnega se stessa. Serve solo il nostro volere, perché dall’altra parte
possiamo stare sicuri che c’è Gesù con la mano tesa e la risposta pronta quanto
l’Amore eterno: «Lo voglio, sii purificato».