In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Tb 3,1-11.16-17   Sal 24   Mc 12,18-27

Pensiamo che le realtà di Dio siano delle gigantografie di esperienze umane, per cui immaginiamo che la vita eterna sia un tempo infinito, la felicità eterna sia un’allegria esagerata... Paolo, rapito nel mistero di Dio, ci assicura che «occhio non vide né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo le cose che Dio ha preparato per coloro che lo amano». La fede fa uso di concetti e immagini, ma il suo Traguardo trascende tutto. D’altronde, le cose più importanti della nostra vita non sono quelle che comprendiamo, ma sono quelle che ci prendono e ci com-prendono custodendoci: dal grembo materno all’abbraccio d’amore… tutti preludi del Mistero di Dio che ci avvolge e ci avvolgerà, generandoci in eterno.