In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Gn 13,2.5-18   Sal 14   Mt 7,6.12-14

Il vangelo di oggi è costituito da tre parti strettamente connesse. Gesù mette in chiaro che il sapere della fede non cade nella categoria della “cultura generale”. Non basta essere informati per dirsi credenti. Newman diceva che il «grande errore del mondo è quello di costituirsi giudice della verità religiosa senza preparazione del cuore». Il sapere della fede passa per una profonda trasformazione. Il Nuovo Testamento parla di “metanoia” (cambio di mentalità). Questo cambiamento si manifesta concretamente con la pratica della regola d’oro: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro». Questa è la via del Vangelo ed è bene sapere che non è una passeggiata, è un cammino impegnato e impegnativo, «angusto», è passare per una porta apparentemente stretta, ma che è l’unica – e che paradosso! – che corrisponde all’ampiezza infinita del nostro cuore, perché la porta è Cristo stesso.