In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e
odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per
quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei
cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui
giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa
ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai
vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti
come è perfetto il Padre vostro celeste».
2Cor 8,1-9 Sal 145
Mt 5,43-48
Chi col tempo si è abituato a una
postura di compromesso, sa quanta fatica si fa a educarsi a sostenere la
postura corretta e dritta. Le legge del corpo si applicano anche all’anima:
viviamo di compromessi, di statura ricurva e quando siamo chiamati ad essere
all’altezza di noi stessi, all’altezza del sogno di Dio seminato in noi, ci
sentiamo strappati alla nostra normalità. Ma in realtà, è il Vangelo la nostra
vera normalità. Siamo fatti per essere come il nostro Padre celeste. La
conformità al Vangelo non è una prassi che deve scaturire dal nostro eroismo
morale, ma è una natura che può sgorgare spontanea dal nostro aver sperimentato
la gratuità e la fedeltà dell’immeritato amore di Dio: noi amiamo perché siamo
stati amati per primi.