In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così
è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli,
di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco
pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce,
perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il
regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di
senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi
che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di
tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo
possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole
dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza
parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Ez 17,22-24 Sal 91
2Cor 5,6-10 Mc 4,26-34
Come le varie
abitudini che impostiamo nella nostra vita, anche l'opera di Dio ha i suoi
automatismi virtuosi. Non a caso la virtù è presentata da Tommaso d'Aquino come
un "habitus". Essa diventa un rivestimento e un modo d'essere
abituale dell'anima. Confermandosi al bene, questo stesso bene inizia a
trasformarci. Ma l'opera dello Spirito e la crescita del Regno va oltre
l'habitat virtuoso, perché è una realtà personale. È la vita di Cristo in noi.
Accogli Cristo, l'Amato seme del Padre, in te e fa ciò che vuoi.