In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi
domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito
il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne
vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne
vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo
riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché
non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi
vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già
condannato».
At 16,22-34 Sal
137 Gv 16,5-11
«Paraclito» significa consolatore, e spesso da Dio ci
aspettiamo una magra consolazione, fatta di perpetue coccole celesti, di
buonismo e… di compromessi. Lo Spirito, invece, non ci sta. Egli consola
facendo verità e chiamando le cose per nome. Conoscere Gesù senza prendere
posizione, senza riconoscerlo, è peccato, è perdere l’occasione della vita, è
perdere la Vita. Lo Spirito ce ne convince. E ci convince che, anche se
all’apparenza i malvagi prosperano e i giusti soffrono, chi perde se stesso
perde tutto e chi è in Cristo è già unito al Padre. Sono parole stolte per il
mondano, Spirito Santo sii tu la nostra convinzione, , sii tu, abbondanza d’amore del Padre e del Figlio la
nostra sostanziosa consolazione.