In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli
altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la
sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi
chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho
chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto
conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché
tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi
comando: che vi amiate gli uni gli altri».
At 15,22-31 Sal
56 Gv 15,12-17
C’è uno zelo per le cose di Dio che nasce certamente da un
amore per il Signore, un amore che non sa portare pazienza. Se andiamo a
discernere con sincerità, questo amore nasconde non poco amor proprio.
Vogliamo, seppure sottilmente, un nostro successo, una nostra riuscita. Gesù ci
ricorda che la missione è sua, lui sceglie, lui manda e lui è il garante dei
frutti. A noi, invece la parte migliore: vivere il comandamento dell’amore ed
essere suoi amici. Riportami Signore a questa coscienza originaria: che non
sono un funzionario, ma un’anima sposa; che non sono chiamato a fare, ma a essere;
che solo dimorando in te posso portare frutto. Amen.