In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre
ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i
miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti
del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia
sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli
altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la
sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone;
ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto
conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché
tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi
comando: che vi amiate gli uni gli altri».
At 10,25-27.34-35.44-48
Sal 97 1Gv 4,7-10 Gv 15,9-17
Il
vangelo di questa domenica è il cuore pulsante e la quintessenza di tutto l’annuncio
di Cristo. Ci insegna che non siamo amati tout court, ma che siamo amati
“da Dio”… a scanso di equivoci, ripeto: siamo amati con lo stesso Amore con cui
il Padre ama il Figlio. Non avrei osato dirlo se non lo avesse detto Gesù
stesso: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi». Questo versetto è
tutto il Vangelo. L’amore di Dio per noi non è un affetto passeggero, non è neppure
un quantitativo abbondante di attenzione e amore: è la pienezza di Dio stesso. «Ti
ho amato di un amore eterno». Gesù ci traduce il senso di questa dichiarazione
osé di Dio nell’Antico Testamento. Il Figlio è tutto l’amore del Padre, un Amore
co-spirato che è lo Spirito Santo. Ed è proprio quest’Amore che il Padre in
Cristo e con Cristo riversa su di noi e in noi. Tutta la vita cristiana è il
noviziato per accogliere l’investitura di quest’Amore.