Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».

Es 14,15- 15,1   Es 15,1-7a.17-18   Rm 6,3-11   Mc 16,1-8

Attraversare il ricordo della passione di Cristo può ridursi facilmente a vuoto folclore di cristianesimo stagionale. Se il mistero pasquale non diventa un'esperienza personale e permanente, il nostro credere in Cristo rimane un rivestimento speranzoso di un'esistenza vuota. Vivere il mistero pasquale significa abbracciare anche nel silenzio delle nostre situazioni che sembrano tombe vuote la Parola che ha vinto la morte, non scansandola ma attraversandola. Il sabato santo è giorno di silenzio e di attesa. È un giorno in cui Cristo si fa compagno dei nostri perché senza risposta. Non risponde, tace ma ci sta... Per chi è innamorato, questo basta,  anzi solo questo  conta #pregolaParola