Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
At 4,23-31   Sal 2   Gv 3,1-8

È la tentazione ricorrente: quella di incapsulare la fede in alcune cose conosciute, capite e archiviate. Proprio come capita con alcune tipologie di turisti che credono di aver esaurito un’opera artistica quando ne hanno conosciuto l’autore e la data di realizzazione. Quel “noi sappiamo”, però, non basta a Gesù. Oltre il conoscere, il Signore vuole il rinascere, vuole che la vita di chi crede venga trasformata, rinnovata dal sapere saporito della fede. Solo chi coglie e accoglie l’aspetto incarnato della fede può chiamarsi un persona nata dallo Spirito, tutto il resto è vanità.