In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
At 8,1-8   Sal 65   Gv 6,35-40

L’uomo antico era perseguitato da un senso di angoscia legato al capriccio delle divinità. Sotto l’arco infausto del fato nascevano le tragedie per dare sfogo dinanzi al peso del destino dell’umano al cospetto delle divinità. Forse questo contrasto ci aiuta a cogliere meglio l’essenza della «buona notizia» che il vangelo di oggi ci ribadisce: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno». «Sei prezioso ai miei occhi». La certezza di questo sguardo d’amore posato su di noi è il germe della nostra risurrezione, quella futura, ma anche – e soprattutto – quella di oggi, di adesso, da qualsiasi dinamica di morte in cui ci troviamo impantanati. Beato chi accoglie l’autodonarsi del Pane della Vita.