In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Dt 26,16-19   Sal 118   Mt 5,43-48

Il vangelo di oggi mi ha portato subito in mente a una testimonianza di un convertito libanese dall’islam al cristianesimo che ho visto qualche settimana fa. L’uomo racconta che faceva parte di una fazione radicale e un giorno un conoscente cristiano gli regala il vangelo. Accogliendo la sfida, si è messo a leggere il vangelo e si è trovato dinanzi al passo che la liturgia ci propone. Quanto letto l’ha fatto entrare in profonda crisi. La sua fede, infatti, gli aveva insegnato che i cristiani manipolarono i vangeli facendoli dire quello che volevano. Ma quello che leggeva sull’amare i nemici era un insegnamento talmente inaudito che non riusciva a credere che potesse essere inventato da un uomo. Questa pagina di vangelo è stata il preludio del suo incontro con Cristo Signore… Questo breve resoconto di una testimonianza commovente è per noi un invito a lasciarci rapire nuovamente dalla grandezza e dalla freschezza del dono del Vangelo, dallo splendore della nostra bella fede che ci rende belli. La fede cristiana è una fede che costruisce l’edificio della nostra umanità con le pietre del comando divino dell’amore fino a giungere, con la grazia di Dio, alla statura di Cristo, ad essere perfetti nell’amore come è perfetto il Padre nostro.