In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Gen 9,8-15   Sal 24   1Pt 3,18-22   Mc 1,12-15


A volte ci scandalizziamo quando troviamo delle avversità sul nostro cammino spirituale. Non è poi così raro che iniziamo a chiederci quasi attoniti: ma come può il Signore permettere questo dato che lo sto facendo per amore suo? Il vangelo di questa domenica viene a ricordarci che il cammino spirituale non si svolge su un terreno neutro. C’è un avversario che non è esattamente contento che la nostra vita vada verso Dio. Non a caso sant’Ignazio chiama il maligno: “nemico della natura umana”. Il maligno è nemico della nostra gioia, del nostro compimento. Gesù, guidato dallo Spirito nel deserto e, allo stesso tempo, avversato dal nemico, ci ricorda che l’avversità non è segno dell’assenza di Dio, anzi, a volte è proprio il contrario: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene» (Sir 2,1-3)