In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Eb 13,15-17.20-21   Sal 22   Mc 6,30-34


Con quale calore, cura, realismo e amore doveva aver detto queste parole il Rabbi di Nazaret: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Nel nostro impegno apostolico ci invade a volte – e in buona fede – l’illusione che dobbiamo dare sempre e sempre di più. Il Maestro ci invita invece a distaccarci dal nostro annuncio stesso, a riposare in lui e con lui, ad lasciarci condurre nel deserto dove l’Amato parla al nostro cuore, a dimorare nel silenzio per fecondare le nostre parole con la Parola e ad assaporare di nuovo questa verità profonda: parla bene con Dio solo chi parla più con lui; parla bene di Dio solo chi dimora nel silenzio dell’Amore in cui il Padre genera la Parola. Un adagio in voga ai tempi di san Domenico recitava così: «Silentium est pater praedicatorum» (Il silenzio è padre dei predicatori).