In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando
il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà
sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli.
Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle
capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora
il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del
mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora
i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti
abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito?
Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E
il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi
dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti,
nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto
fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da
bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato
e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi
allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o
straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli
risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno
solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E
se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Lv
19,1-2.11-18 Sal 18 Mt 25,31-46
Una
provocazione del filosofo marxista Ernst Bloch suona così: «solo un buon ateo
può essere un buon cristiano». Quest’idea non è poi così lontana dal vangelo di
oggi. In che senso? Nel senso che se fai di Dio l’alibi per disinteressarti
degli altri e di quelli che sono i tuoi doveri nel mondo consolandoti con l’illusione
che “tanto ci pensa Dio”, non sei un buon cristiano. Sei piuttosto uno che fa
uso di stupefacenti religiosi e che abusa della religione come “oppio” che
addormenta la responsabilità. La religione di Cristo si fonda sull’amore e l’amore
si mette in ascolto della situazione dell’altro e ne diventa respons-abile. L’esistenza
di Dio non ci dispensa, anzi ci impegna per renderlo presente. Dobbiamo
dipendere totalmente da Dio agendo quasi «come se Dio non esistesse». Solo così
ci sorprendiamo di incontrare Cristo realmente. È lì che Cristo ci aspetta per
essere nutrito, visitato, ascoltato, amato ed adorato e per dirci: «Venite,
benedetti del Padre mio»