In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».



«Gli occhi della Colomba» è un’espressione che Gregorio di Nissa attinge dal Cantico dei cantici per parlare della persona spirituale. Giovanni ha gli occhi della colomba e riconosce Gesù dalla discesa e dalla dimora dello Spirito Santo su di Lui. Il fine della vita cristiana – insegna san Serafino di Sarov – è ricevere lo Spirito Santo. La fede cristiana, infatti, è fare spazio alla vita di Dio in noi, una vita che si realizza per opera dello Spirito di Dio che dimora in noi. 
Come può avvenire questo? – la prima lettura ci rivela due segreti per la cristificazione (“saremo simili a lui”): purificare noi stessi come Egli è puro; rimanere in Lui per non peccare. Niente da fare: per essere cristiani bisogna essere mistici.