A rigore di termini, più che trasmetterci qualcosa, l’uomo vecchio e la donna vecchia, ci hanno privati di qualcosa. Ci hanno comunicato una natura che parte col piede sbagliato con Dio, con la logica del sospetto. Eva, che significa “colei che dà vita”, in realtà ha trasmesso la morte. La figlia, Maria, è stata il canale di Vita vera che ha rianimato tutta l’umanità. Con la Vita è facile tagliare i ponti, basta chiudere le porte del cuore con un “no”. Maria è l’immagine di quell’umanità che vive nell’«amen», nella fiducia e nell’affidamento alla parola del Signore. È lei la vera “Eva”, perché acconsentendo alla follia d’Amore di Dio che si fa uomo, è diventata madre del Vivente e madre di tutti i viventi.
La preservazione di Maria è un privilegio unico. La sua elezione è stata un gesto di provvidenza, non per escludere gli altri, ma proprio per includerli. Attraverso il suo “fiat”, la storia è diventata di nuovo, e fiduciosamente, ospitale verso la Parola. Il merito vero di Maria è quello di aver messo a frutto questa grazia acconsentendo “contemplattivamente” all’opera di Dio. Serbando la parola nel cuore e custodendo la Parola nel suo grembo, Maria è per noi un paradigma: «ciò che è avvenuto in lei secondo la carne, deve avvenire in noi secondo lo spirito» ci insegna san Gregorio di Nissa. Il mio “amico” Maurice Blondel ci ricorda che «tutti noi dobbiamo partorire noi stessi, generando Dio in noi, theotókoi».
Che Maria sia in ogni anima, affinché magnifichi il Signore
Che Maria sia in ogni spirito, affinché accolga il Salvatore
Che Maria sia su ogni lingua, per dire: “Eccomi, sono la serva (il servo) del Signore, avvenga in me secondo la tua Parola».