Nelle cadute dell'uomo, Cristo non vede solo caduta, vede possibilità, possibilità di risurrezione. Premesso che il peccato non è una tappa necessaria, ma dato che c'è - «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio», ci ricorda san Paolo - esso diventa “occasione” di incontro con la gratuità dell'amore di Dio in Cristo. Così, guardando le nostre ferite, noi non vediamo più putrefazione, ma brecce che diventano trasparenza sul cuore di Dio. È con la carica del suo amore si trova il motivo per rialzarsi. Se valgo tutto questo amore, allora non sono poi così male, allora vale la pena essere me. Che questo “sabato” sia un riposare nella meditazione di questo amore che si è versato per me e per te.
Lc 5,27-32

Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

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