Presento con entusiasmo un volume che mi ha fatto piacere leggere in questi mesi, il volume di Maurizio Pietro Faggioni, Sessualità matrimonio famiglia nella sua nuova edizione. A differenza delle solite #letture in cui scelgo un tema di un libro e lo presento come invito alla lettura, di questo volume mi piace indicarvi la preziosità di alcune scelte.
Intanto la scelta di essere chiaro in un duplice senso del termine: chiaro nell’esposizione, nonostante la ricchezza della cultura che si vede che soggiace all’esposizione; chiaro nel presentare la visione cattolica-cristiana appunto sulla sessualità, sul matrimonio e sulla famiglia.
L'altra scelta felice è la suddivisione del testo e i diversi modi con cui se ne possa fruire. 
Il volume, giunto alla seconda edizione dopo varie ristampe, può essere letto come un’ampia riflessione sui temi scelti e sulle loro ramificazioni, ma può anche essere consultato come libro di riferimento sui temi presenti. Suddiviso in due grandi sezioni (il primo è sugli aspetti storici e fondativi e il secondo sulle questioni etico-pastorali) il testo si suddivide in 11 capitoli che presentano – i primi sei – lo sviluppo della visione cristiana su sessualità, famiglia e matrimonio a partire dalla Scrittura fino all’epoca contemporanea (6 capitoli), per poi dedicarsi, in capitoli tematici, a problematiche etico-pastorali specifiche che presento qua in sommi capi: la paternità responsabile, rapporti prematrimoniali, i fedeli divorziati e risposati, la masturbazione, l’omosessualità, la pedofilia, i disordini dello sviluppo sessuale e i disturbi dell’identità di genere.
Già dagli ultimi capitoli, si vede che la nuova edizione è ampiamente riveduta e aggiornata. Un libro davvero interessante e attuale di cui consiglio la lettura.

Sessualità matrimonio famiglia
Sessualità matrimonio famiglia
Maurizio Pietro Faggioni

Giusto per lasciarvi con qualche spuntino, tocco un tema fondante (anche se non tra quelli controversi) presentato nel libro: Il senso sponsale della corporeità maschile e femminile.
La sponsalità, quale apertura alla comunione, non è solo una forma dello spirito, ma, in forza della stessa natura umana che è spirituale e corporea insieme, prende anche figura corporea.
Scrive Nicolaj Berdiaeff: «In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale».
La corporeità, non come cosa indistinta, ma nella sua concreta presenza sessuata, è in qualche modo la concrezione fisica del progetto divino di due esseri fatti per la comunione delle persone. Il corpo dell’uomo reca in sé un’anticipazione di senso: esso è fatto, fin da principio, per l’incontro e per l’unità, come struttura capace secondo il suo proprio linguaggio (in quanto corpo, dunque) di dire, di esprimere e attuare il movimento di donazione per la comunione».
Scrive Giovanni Paolo II: «Il corpo umano, con il suo sesso, e la sua mascolinità e femminilità, visto nel mistero stesso delle creazione, è non soltanto sorgente di fecondità e di procreazione, come in tutto l’ordine naturale, ma racchiude fin “dal principio” l’attributo “sponsale”, cioè la capacità di esprimere l’amore: quell’amore appunto nel quale l’uomo-persona diventa dono e - mediante questo dono - attua il senso stesso del suo essere ed esistere».

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