Chi frequenta i corsi universitari di teologia, sia di primo ciclo sia di specializzazione, difficilmente si imbatterà in un corso dal titolo paterologia. A scanso di equivoci, non si tratta di un modo nuovo o di una variante di un corso di patrologia o di patristica. Nei corsi ordinari di teologia, ci troviamo dinanzi a corsi dedicati specificamente al Figlio (la cristologia), oppure allo Spirito Santo (la pneumatologia), oppure alla Trinità in generale (i corsi di teologia trinitaria). A Dio Padre, invece, non troviamo corsi specificamente dedicati
La paterologia è una disciplina nascente che vorrebbe supplire a questa curiosa mancanza. Il volume di Mario Bracci Paterologia.Per una teologia del Padre, edito per la prestigiosa collana L’abside della San Paolo, costituisce uno dei pochi tentativi che cercano di aprire questa pista di riflessione teologica. Nell'introdurre il suo volume, l'autore specifica che con la paterologia non abitiamo semplicemente uno spazio all'interno del trattato su Dio uno e trino, ne restiamo al limite della riflessione cristologica e pneumatologica, ma volgiamo invece lo sguardo «all'origine del dirsi e darsi personale di Dio, al Padre. C'è una precedenza al senso ultimo di Dio che la paterologia fa suo e che con il venire di Gesù si esplicita come Dio che viene a visitare il suo popolo come Padre».
Oltre all’opportunità teologica della riflessione sul Padre, Bracci sottolinea la particolare opportunità sociologica e psicologica della riflessione sulla figura di Dio Padre nella nostra epoca contemporanea nota per la triste assenza ed «evaporazione della figura paterna».



Il primo capitolo del libro si dedica ad un'analisi complessiva della situazione del padre nella cultura contemporanea. È interessante in questo capitolo l'analisi che l'autore dedica, in dialogo con la filosofia e con la psicologia, ad analizzare la figura paterna e il rapportarsi delle figure filiali ad essa. Prendendo spunto dalle riflessioni di Massimo Recalcati, l'autore presenta tre figure filiali la cui identità è definita dall'assenza di chi genera in loro il desiderio. La prima figura è quella di Edipo, il figlio prigioniero dell'odio per il padre rivale. La seconda figura e quella di Narciso, intrappolato nella paura dell'altro. La terza figura è quella di Telemaco che, nelle notti dei Proci, non attende il padre, ma ne va in cerca, lo attende desiderando, aprendosi all'inedito, «al non ancora conosciuto, al non ho ancora pensato, al non ancora visto».
L'analisi teologica attraversa le pagine bibliche alla ricerca della manifestazione specifica del volto del Padre che emana, soprattutto dai testi del Nuovo Testamento. Quello che appare subito chiaro è che una possibile riflessione sul Padre è sorretta, predisposta, attuata da Dio stesso. «Solo Dio dona Dio. A dire il Padre è stato il Figlio, a donarci, e quindi a dircelo, è lo Spirito Santo» (cf. p. 27). La questione, allora, è una questione epistemologica che trova nel dire di Cristo il fondamento del dirsi di Dio.
«Il Padre emerge se si riconosce all'evento Gesù Cristo la capacità di dire un indicibile che lo sopravanza, che è più grande (cf. Gv 14,28); per questa sua indicibilità il Padre resta custodito tra il silenzio del Figlio (cf. Mt 24,36) e il gemito inesprimibile dello spirito (cf. Rm 8,26)». 
Il cammino verso una paterologia avviene nel libro quasi a ritmo liturgico attraverso il Figlio per opera dello Spirito Santo. L'opera di Bracci, che pur non essendo la prima sul tema, è comunque tra le prime opere teologiche dedicate specificatamente alla figura del Padre e alla costituzione di una paterologia. Essa si presenta come avvio. L'autore stesso riconosce infatti che «la paterologia non conosce conclusioni, solo inizi, avvii. La nostra riflessione non conduce a conclusioni; la paterologia muove i suoi primi passi e non può che continuare sulle spalle di altri portatori, passatori, testimoni.

Resta il fatto, comunque, che questo contributo raccoglie gli essenziali dati biblici per riflettere sulla figura del Padre e lancia la sfida ad altri teologi affinché contribuiscano ad arricchire l'analisi biblica e la corredino con l'approfondimento dei germi della paterologia nella patristica e della teologia successiva.
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