Ho provato a leggere questo vangelo mettendo tra parentesi, per così dire, tutta la mia storia come cristiano. Vi confesso che non è stato facile capire quello che dice Gesù. In che senso chiama beati i poveri e coloro che piangono, mentre sentenzia guai sui ricchi e su coloro che ridono? Se guardassimo a queste beatitudini senza la chiave relazionale duplice  (relazione a Dio e relazione agli altri), le beatitudine non sarebbero evangeliche ma semplicemente folli. Il vangelo delle Beatitudini si comprende in relazione agli altri e soprattutto nella relazione con Cristo. Sei beato non semplicemente perché sei povero, ma perché sei povero in spirito, come puntualizza Matteo. Sei beato non semplicemente perché sei perseguitato, ma perché sei perseguitato per Cristo e per il nome suo. Le Beatitudini sono relazionali perché la vera beatitudine è essere in Cristo ed essere con Cristo

Lc 6,20-26

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri,perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete,perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

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