Come
si arriva alla vera conoscenza di Cristo? Certamente ha la sua importanza la riflessione,
la lettura, scrutare le Scritture, le opere di bene, ecc. Ma c’è un momento e
un passo fondamentale in questa conoscenza che è il passo cruciale: quello di
fare spazio al Padre che riconosce il Figlio in noi facendocelo riconoscere
come «il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Non ci illudiamo: questa
conclusione non è mai una mera deduzione. Gesù lo dice chiaro e tondo a Pietro:
«Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno
rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli». Riconoscere Cristo è una grazia
alla quale ci disponiamo nell’ascolto orante perché pregare, prima di aprire
bocca, è aprire l’orecchio del cuore. Parla Padre, guarisci la mia sordità,
apri gli occhi del mio cuore per un reale e rinnovato riconoscimento di Gesù.
Mt
16,13-20
In
quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero:
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei
profeti».
Disse
loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente».
E
Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico:
tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora
ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
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