Con uno stampo prettamente razionalista - estraneo alla sensibilità biblica - si pensa spesso alla fede come uno sforzo concettuale o eroico di affermare l'esistenza di Dio. Biblicamente parlando, la fede è un atto di affidamento a Dio. È un dono che sgorga dalla grazia di Dio e che si rivolge al Signore che merita fiducia, che è degno di fede. Quando nella vita incontri qualcuno di cui fidarti e con cui confidarti, sperimenti un sollievo. Il semplice aprirsi con quella persona solleva montagne di preoccupazioni, perché spesso la nostra vera preoccupazione è di non essere accettati o compresi, di essere dannatamente soli. Fede è sapere e riconoscere che Lui è qui, non solo come presenza nella nostra vita, ma come Colui che ha dato la vita per noi.

Mt 17,14-20

Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell'acqua. L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: «Spòstati da qui a là», ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
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