Tante volte le omelie su vangeli come questo si soffermano su quanto i farisei e gli scribi fossero lontani dall'accogliere il vangelo. E ci si perde in disquisizioni su quanto erano maliziosi di pensiero e induriti di cuore. Fermarsi su questo fatto è accontentarsi del guscio della lettera. Il frutto nutriente è altrove. Questa parola interroga me oggi. Interroga le mie scelte e le mie traduzioni infedeli del vangelo che vaccinano la parola di Dio rendendola inefficace nella mia esistenza. Non sono chiamato a rispondere dello scriba se era una guida cieca, ma di me oggi se la Parola che annuncio trova spazio nella mia carne.

Mt 23,13-22

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: «Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato». Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: «Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato». Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
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