Possiamo leggere le parole di Cristo in questo vangelo come un banale “No al divorzio”, oppure vederle nella loro vera profondità: il sì, l'“amen” di Dio in Cristo a un amore fedele e perseverante. Sembra la stessa cosa, ma non lo è affatto. Guardare le affermazioni di Cristo non come negazione, ma come riaffermazione dell'originaria bellezza voluta da Dio «in principio» è un invito a impegnarsi per cogliere e riaccogliere la propria bellezza come coppia, a rimuovere quella polvere che si deposita inevitabilmente nel tempo, a tornare al «primo amore» e a rispecchiare l'Amore trinitario. Aveva ragione San Massimo il Confessore quando diceva che l'amore umano e l'amore divino non sono due amori, ma due volti di un unico amore. Custodisci Signore il nostro amore nel tuo.

Mt 19,3-12

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un'altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

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