Santa Teresa di Gesù Bambino era affascinata di un versetto
del libro dei proverbi che recitava così in una vecchia traduzione: «Chi è
molto piccolo venga a me» (9,4). La mentalità competitiva e commerciale ci
rende difficile immaginare una logica del genere. Soltanto la logica dell’amore,
quella che vivono i veri padri e le vere madri ci fa vedere da lontano come
questo possa essere simile. Per cuori del genere, un figlio fragile, ferito,
perduto strappa dal cuore un carico maggiore di amore e di dedizione. È la
logica dell’amore che sa che accettando di perdere (e di perdersi) si salva il perduto. E, quasi per una
formula algebrica, meno per meno fa più, mostra la sovrabbondanza della grazia.
Mt 9,9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo,
seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo
seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti
pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi
discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il
vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno
del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io
voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i
peccatori».
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