Io sono il bel pastore. Questa sfumatura del Greco, raramente presente nelle traduzioni, è di importanza massima nella fede cristiana. La Fede, infatti, non è primariamente questione di morale, ma questione di rapimento. Se non ti rapisce la voce del Buon Pastore, la voce delle leggi morali non le riuscirai neanche a sentire, tantomeno a capire. Se non brami il suo volto, non avrai motivo per dare una svolta alla tua vita. Per questo il fulcro della fede non è quello che fai, ma per Chi lo fai. Anzi, è l'accoglienza riconoscente per quello che ha fatto per te e fa in te.
Gv 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
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