In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Lv 19,1-2.17-18   Sal 102   1Cor 3,16-23   Mt 5,38-48
Discutevo con uno studente a un esame di teologia nei giorni scorsi sulla questione del Gesù storico e dopo averlo sentito sui documenti extra-biblici che parlano di Gesù e che costituiscono una testimonianza sulla sua storicità, gli dissi: «Gesù è troppo scomodo per essere stato inventato». Questa pagina del vangelo è testimone di come Gesù ci venga a scomodare dalla nostra etica calcolatrice per aprirci a una grandezza letteralmente divina. E se non fosse stato lui a parlarci così, da noi stessi non ci saremmo indotti le vertigini dell’Infinito, imposti l’amore per il nemico e prospettati l’imitazione di Dio stesso: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
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