In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
2Gv 1,3-9   Sal 118   Lc 17,26-37

Gli apocalittici dei tempi di Gesù erano continuamente alla caccia di segni premonitori sulla fine del mondo in guerre, pestilenze, carestie e sconvolgimenti naturali. Gesù in questo vangelo sottolinea l’imprevedibilità del regno. Il regno arriva come un ladro nella notte, non preannunciato. A chi, poi, gli chiede «quando?», Gesù non dona una risposta soddisfacente, ma risponde con un proverbio enigmatico: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi». Gli avvoltoi non sono animali da caccia, ma sono animali attenti che si tengono pronti per quando e dove trovano un cadavere. È come per dire che ci sono due atteggiamenti contrastanti: vivere la continua sorpresa della prontezza, oppure essere sorpresi impreparati.