In
quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa
generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà
dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per
quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa
generazione.
Nel
giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa
generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande
di Salomone.
Nel
giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si
convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gal
4,22-24.26-27.31;5,1 Sal 112 Lc 11,29-32
Il
sinonimo di malvagità non è sempre cattiveria, a volte è anche «malavoglia». È
la volontà malata di abulia, di incapacità di decidersi anche quando sta
dinanzi a ciò che è decisivo. Questo tipo di immobilismo ha radici lontane,
parte dalla sonnolenza davanti agli stimoli che ci risvegliano ogni giorno alla
grandezza della nostra vocazione. Sono i piccoli «Salomone» e «Giona» di ogni
giorno. Solo imparando l’arte di ascoltare e di rispondere a questi messaggi
quotidiani possiamo cogliere il segnale dell’Eterno.