In
quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per
mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per
metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli,
conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in
rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso,
come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per
mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri
figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici.
Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il
regno di Dio.
Quando
un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al
sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi
nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi
non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando
lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando
sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono
uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette
spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione
di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Gal
3,7-14 Sal 110 Lc 11,15-26
Ci
inganniamo quando pensiamo che la vita spirituale sia un’impresa in un campo
neutro, dove possiamo abbandonarci all’avanzamento per inerzia. La vita
spirituale è una battaglia, una «lotta spirituale» come dicevano gli antichi
padri, la vince chi assicura la dimora all’«uomo forte» nella propria interiorità;
la vince chi serba ogni giorno il ricordo presente del «primo Amore».