Un sabato
Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la
mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo
guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù
conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata:
«Ã€lzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù
disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare
del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse
all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi,
fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che
avrebbero potuto fare a Gesù.
1Cor
5,1-8 Sal 5 Lc 6,6-11
Tre braccia
si incrociano in questo vangelo. Visibili sono il braccio destro inaridito del
povero uomo e il braccio teso in accusa degli scribi e dei farisei. In mezzo si
inserisce il braccio invisibile del Padre che si stende in Cristo per mostrare
che l’amore non va in vacanza. Che ogni giorno è un giorno buono per fare il
bene. Che fare il bene e salvare una vita è il vero shabat, il vero riposo. Questo
vangelo non è troppo lontano da noi. Siamo coloro che puntano il dito ogni
volta che ci sembra che il Signore esageri nel salvare ciò che umanamente non
era salvabile. Ed è il caso che preghiamo il Signore di guarirci soprattutto
dal cuore inaridito.