In
quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i
demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli
disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho
dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza
del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si
sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti
nei cieli».
In
quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo
lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così
hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e
nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio
e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E,
rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che
voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi
guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo
ascoltarono».
Gb
42,1-3.5-6.12-16 Sal 118 Lc 10,17-24
«Rallegratevi
piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Questo versetto la
giovane Teresa Martin l’aveva preso alla lettera. Racconta, infatti, che una
sera d’estate fece notare al papà che in cielo era disegnata con la stelle una
T, l’iniziale del suo nome. Questo tenero pensiero di bambina segnala una verità
molto più grande. Il nostro nome, la nostra vita è segnato nel Cielo dei cieli,
il cuore di Dio. È in questo che deve essere la nostra gioia e, per evocare
sempre la piccola Teresina, nella nostra capacità di strappare un sorriso a
Dio: «Io non desidero altra gioia che quella di carpirTi un sorriso».