In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se
qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi
segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti
quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la
propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché
il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi
angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In
verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di
aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Na
2,1.3; 3,1-3.6-7 Dt 32,35-41 Mt 16,24-28
Amare
qualcuno è fargli spazio. Se amiamo una persona, fosse anche la personcina
piccola di un figlio alto meno di un metro, la nostra esistenza viene
progressivamente e corrispondentemente svuotata da se stessa e riempita
dall’altra persona. Pensiamo alle notti insonni, alle ferie passate
allegramente a casa per la bronchite che arriva proprio col gelo di agosto...
Ora quando questa persona è l’Assoluto stesso, è Dio, lo svuotamento richiesto
è totale. Ma come nell’esperienza di amore umano, dove ciò di cui ci priviamo
ci dona una gioia riflessa al centuplo negli occhi della persona amata, così –
e molto di più – è la gioia dello sprecarsi per Dio.