In
quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai
a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto
e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la
giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare,
senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il
cammello!
Guai
a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del
piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco,
pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
2Ts
2,1-3.13-17 Sal 95 Mt 23,23-26
Per
fare alcuni fioretti buoni è sufficiente essere attori. La vita cristiana,
però, non è una prestazione circostanziata, è un contratto a tempo
indeterminato, un amore eterno che richiede che diventiamo autori, compenetrati
dall’autenticità di Cristo, co-autori della nostra cristificazione. Per questo
non bastano le operette, non perché non siano buone, ma perché, oltre le
operette che si fanno, conta lasciarsi forgiare dagli attributi permanenti di Dio stesso:
giustizia, misericordia e fedeltà.