In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Am 7,10-17   Sal 18   Mt 9,1-8

Mi colpisce sempre in questo vangelo il contrasto presente in questo versetto: «Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”». Guarda loro, guarisce lui. È un vangelo che evidenzia l’essenza dell’intercessione e della comunione dei santi. Non sono le unioni economiche a costituire il fondamento della nostra unione. Anzi, per mammona sfasciamo le nostre unioni. Ben oltre l’inconscio collettivo di Jung, c’è una coscienza che ci fa uno, che manifesta la nostra comunione. Questa coscienza è l’intercessione con la quale le nostre vite si intersecano con fili invisibili ma realissimi tanto da essere visibili agli occhi del Signore, e da calarci davanti a lui… come ieri a Nazaret, oggi in ogni dove.