Come ogni disciplina, la teologia, pur parlando dell’eterno, diventa storia. Nel cristianesimo questo avviene per almeno tre motivi: L’Eterno stesso si fa carne e storia; il soggetto (umano) della teologia è storico; il dato teologico cresce lungo la storia formando dei pilastri imprescindibili. È specificamente a questo terzo aspetto che presta l’attenzione – e acquisisce parimenti valore – l’opera imponente e ricchissima curata da Bernd Jochen Hilberath, Ebehard Jüngel, Michael Echert, Eilert Herms et alii intitolata nella tradizione italiana curata da Queriniana Editrice Lessico delle opere teologiche.
La finalità del volume di 862 pagine è quella di inquadrare gli autori e le opere che hanno fanno storia, la storia della teologia e della fede che cerca la propria intelligenza. Attraverso questo strumento, oltre a conoscere nominalmente le opere, viene offerta una riassuntiva presentazione dei contenuti delle opere. Per questi motivi l’opera può costituire un avvio alla ricerca e una roadmap per i principianti, ma anche un breviarium e un pro-memoria per gli esperti.
La suddivisione del lavoro è stata fatta seguendo il criterio storico: patristica, medioevo, mistica medievale e umanesimo, XVI secolo, XVII/XVIII secolo, XIX/XX secolo (sia evangelico che cattolico), XX secolo cattolico, letteratura ortodossa ed ecumenica del XX secolo.
Per assaggiare l’opera, allego di seguito la presentazione dell’opera di santa Teresa de Jesus Las moradas (Le dimore = Il castello interiore), scritta nel 1577:

In quest’opera, che contiene un’esposizione sistematica dei singoli gradi della vita interiore, Teresa adopera l’immagine allegorica del castello (castillo interior) con sette dimore o stanze per indicare l’anima. Poiché la sua autobiografia era stata sequestrata dall’Inquisizione, P. Garcian le consigliò di mettere di nuovo per iscritto le sue esperienze mistiche nella forma impersonale di un’esposizione dottrinale. T. riflette in base alla propria introspezione psicologica e mostra in che modo Dio si comunica nel profondo dell’anima. Questa esperienza presuppone che l’uomo entri in se stesso e viva in rapporto con Dio. Perciò ella vede nella preghiera la porta del castello e il mezzo per incontrare Dio in tutte le dimore. Le prime tre dimore del castello dell’anima descrivono il cammino ascetico di quest’ultima: conoscenza di sé ed esame di coscienza, purificazione interiore mediante la perseveranza nella lotta contro le tentazioni, superamento della debolezza umana mediante la perseveranza nella preghiera contemplativa, nonostante l’aridità e l’insicurezza. Con la quarta dimora T. comincia a parlare dell’influsso di Dio nella vita di preghiera. Non mediante i propri sforzi l’uomo incontra il Signore nel punto più profondo della propria anima, ma perché Dio gli si è comunicato e l’ha toccato nell’intimo. Ciò avviene nella “preghiera di raccoglimento” o “riposo”, che sta all’inizio dell’esperienza contemplativa e che infonde gioia e delizia. Nella quinta dimora ella spiega (mediante il paragone del baco da seta, che diventa una farfalla) come l’uomo giunge alla preghiera di unione (fidanzamento spirituale) e pone l’accento sull’amore del prossimo. Particolarmente importante è, nella seta dimora, la sua teologia della mistica, in cui descrive fenomeni straordinari (estasi, rapimenti, visioni) e sottolinea (contrariamente alla teologia del suo tempo) la necessità di tenere presente anche in questa fase contemplativa Cristo nella sua umanità. La settima dimora è un approfondimento della grazia mistica suprema, che viene concessa all’anima nella dimora più intima del castello (sposalizio spirituale). In essa si fa la viva esperienza dell’unione ininterrotta con Dio. Questo stato mistico supremo non esclude la propria attività: “non bisogna separare Marta e Maria”. Per T. l’origine di qualsiasi attività apostolica sta in una profonda unione con Dio. Queste descrizioni delle sue esperienze offrono una base psicologica magistrale per la definizione dell’essenza della mistica cristiana e fanno della sua opera un classico della letteratura mondiale.