In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

1Mac 4,36-37.52-59   1Cr 29   Lc 19,45-48


Le coordinate esterne della vita religiosa – un luogo di culto, una comunità di appartenenza, un abito… – possono diventare a volte più insidiose di tentazioni chiare e distinte. Perché? Non perché sono negative in sé. Tutto il contrario. Proprio perché sono cose buone, l’uomo è tentato di adagiarsi, di non vegliare sul proprio cuore, sulla purezza e limpidezza del proprio rapporto con Dio. La gelosia di Gesù allora diventa un toccasana che strappa il nostro essere dalle sue illusioni mediocri, rovescia i nostri tavoli per raddrizzare il nostro cuore.