In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Col 1,15-20   Sal 99   Lc 5,33-39


«Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». È un aspetto che fa paura nella nostra umanità e si manifesta nel prediligere le mode dell’uomo vecchio alla bellezza così antica e così nuova del nuovo Adamo, Gesù Cristo. Già san Tommaso nota che seppure il nostro cuore sia abitato da un desiderio naturale di Dio, non di rado veniamo traviati da verso desideri che non sono all’altezza del nostro desiderio. I sensi ci falsano le prospettive e ci troviamo con strappi sempre più larghi nel nostro cuore finché non impariamo la lezione, eleviamo il cuore e le mani e preghiamo per essere rivestiti dell’uomo nuovo, «che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato» (Col 3,10).