In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Zc 2,5-9.14-15   Ger 31   Lc 9,43-45


Questo vangelo mi ha ricordato una frase di sant’Anselmo che suona più o meno così: quando il mondo vi sorride, non ricambiategli il sorriso. Mi ricordo che mi ero detto: «ammappa che pessimismo cosmico». Ma in fondo ha ragione: il consenso che nasce dalla vanità è vano e fa presto a svanire. È questo che accade in questo vangelo. Gesù non si lascia ingannare dagli applausi da spettacolo e sa riconoscere gli amici stagionali. La sequela è un’altra cosa, è un contratto a tempo pieno, anzi in aeternum. Il requisito per poter essere “assunti”? – imparare quella che Edith Stein chiama la scientia crucis.