In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
2Cor 9,6-10   Sal 111   Gv 12,24-26

Se non muore rimane solo. Quanta verità ci viene dal mondo della natura. Chi si corazza nelle proprie sicurezze e si arroga la certezza di essere sempre nel giusto si isola sempre di più. E si manifesta qui l’ironia della sorte: i suddetti atteggiamenti, infatti, sono assunti per attirare l’amore, per circondarsi di relazioni, ma sono proprio loro a isolarci. Nelle relazioni si entra dal basso, con l’umiltà, con l’apertura del guscio per farsi permeare dall’alterità. Ciò che è vero a livello umano, è infinitamente vero nel nostro rapporto con il Signore. È solo quando rinunciamo ai nostri progetti di santità che riusciamo a intravedere la genialità del progetto di bellezza che il Signore ha per noi e che è potenzialmente – e potentemente – racchiuso nel nostro chicco.