In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Gs 24,1-2.15-17.18   Sal 33   Ef 5,21-32   Gv 6,60-69


«Non credo. Dio non mi ha dato il dono della fede». Così dicono alcuni e si giustificano proprio con questo versetto: «Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Ma interpretare questo versetto come arbitrarismo divino stona con il cuore del messaggio evangelico. «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi» e stona anche con il contesto del vangelo di oggi. Gesù sta parlando del dono di sé nel pane eucaristico, di quel dono «esagerato» fatto, già la prima volta, a una congrega di traditori. Il dono di Dio è come il sole, sorge per tutti. La differenza si manifesta in chi accoglie o rifiuta. Lo stesso sole, infatti, riscalda il grano e la zizzania: uno matura e diventa pane, l’altro rimane sterile. La Parola si rivolge a tutti: c’è chi si tura le orecchie: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» e c’è chi dice: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Tu da quale parte stai? «Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».